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Batteria nativa

RESIDENZIALE di PSICOPOMPO

Giornate dedicate alla pratica sciamanica

"Uno sciamano è colui che è già morto e quindi non ha paura della morte o della vita.

Non è la capacità di allontanare il dolore che ci rafforza, ma quella di affrontarlo ed elaborarlo.

Questa è la morte sciamanica.” 

                                                                                                     Don Eduardo Calderon

Molti di voi praticando o interessandosi allo sciamanesimo, hanno certamente sentito parlare o letto in merito allo psicopompo; ma di cosa si tratta?

Psicopompo si nasce o si diventa? Per esperienza direi entrambe le cose. Quando si nasce col talento da Psicopompo la vita farà in modo che questo talento dell’anima si ponga al servizio e non si potrà esimersi dal farlo, sia che si conosca lo sciamanesimo (e quindi uno psicopompo consapevole) sia che non lo si conosca. Il compito dello psicopompo è la forma di guarigione sciamanica più elevata, da un punto di vista spirituale. Per lo sciamano o il praticante, la morte non è la fine di tutto, ma un cambiamento di stato e un passaggio dal mondo ordinario al non ordinario. Che si nasca o si diventi poco importa…… sicuramente psicopompo non ci si improvvisa, poiché egli naviga in acque a volte torbide e profonde che possono attaccare le proprie debolezze e fragilità. L’ego, la superficialità, l’attaccamento e l’ignorare certe leggi possono recare un danno sia all’anima nel passaggio sia allo stesso psicopompo, ecco perché occorre conoscere alcune semplici “regole” di comportamento. Durante i due giorni di residenziale avremo modo di parlare della “malattia sciamanica”, della “morte sciamanica”, del lutto in tutte le forme che prende nell’arco della nostra vita, ci sarà uno spazio astrologico, fitoterapico e cristalloterapico e un laboratorio sperimentale.

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