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Gli Heyoka e la ricerca dell’equilibrio.

Aggiornamento: 28 apr


Buon giorno viaggiatori, oggi vorrei farvi conoscere un protagonista dello sciamanesimo, ahimè molto bistrattato. Personalmente non amo gli estremismi, in nessun campo, dallo spirituale, al religioso, al politico, culinario, sportivo, etc., poiché, i radicalismi, mancando di equilibrio mancano di quel margine di crescita personale e di spontaneità, ecco perché la figura dell’Heyoka mi ha sempre affascinata. Enzo Braschi, in un suo articolo, spiega molto bene questo personaggio che un aspetto della pratica sciamanica e una ispirazione.


“Alce Nero, il più grande uomo sacro del Popolo Lakota era anche un Heyoka, ovvero un appartenente alla “Società dei Contrari”. Ma chi erano i “Contrari”? In ogni tribù nativo-americana, da sempre, troviamo la figura dei “Contrari”, altrimenti chiamati dagli occidentali, “Sacri Pagliacci”, vale a dire gli “uomini-doppi”, quelle personalità in grado di esprimere la dualità del cosmo attraverso comportamenti apparentemente contrari alla regola. Non riesco a pensare a due termini maggiormente in antitesi fra loro, che pur così bene trasmettono la funzione (sacra) e la facciata (pagliaccia) di questo personaggio. Il termine “sacro” solitamente sottintende ciò che è importante, temuto, rispettato e giusto, mentre il “pagliaccio” è, per antonomasia, un personaggio frivolo, divertente, poco serio e sicuramente non rispettato (ma che nella fattispecie si fa veicolo di messaggi sacri). In realtà nella vita di tutti i giorni il comportamento dell’Heyoka non aveva niente di comico: lo si poteva individuare solo perché la sua tenda era situata in disparte, fuori dal cerchio delle altre tende e aveva l’apertura rivolta ad Ovest contrariamente a tutte le altre che guardavano ad Est. Ed è vero che, a volte, parlando, l’indicazione delle sue parole era il contrario del significato di ciò che era nelle sue intenzioni affermare, ma chi lo ascoltava ben sapeva di non doversi fermare al loro senso letterale, ma riflettere sul loro significato più recondito: questo agisce da stimolatore del pensiero. Il Contrario/Heyoka è quindi, nella cultura dei Nativi, un personaggio “Sacro” al quale vengono attribuiti grandi poteri in virtù dei quali è temuto e rispettato al punto che i suoi interventi non vengono interpretati comicamente, ma fungono come stimoli di riflessione.

Conseguentemente si può affermare che il passaggio da un tipo di ragionamento dicotomico (del tipo bianco-nero) ad una forma di elaborazione superiore, in grado di integrare entrambi i poli di un’idea, è una lenta conquista che denota la capacità del pensiero dialettico di comprendere tanto la tesi quanto l’antitesi di un assunto in una prospettiva più ampia e profonda. Si tratta dell’ultimo stadio di sviluppo del pensiero, quello che viene definito il pensiero post-formale. In questa prospettiva la funzione del Contrario-Heyoka, lungi dall'essere una fastidiosa tendenza al “bastian contrario” sembra più il tentativo di indurre negli altri la voglia e la curiosità di andare oltre: oltre alla solita ed unica idea che ci si è fatta, oltre alla solita prospettiva spesso obsoleta e infarcita di stereotipi e falsificazioni, oltre alla pura tesi… il Contrario svolge una funzione sociale di agevolatore del pensiero.” È sempre Alce Nero a fornirci la chiave filosofica per comprendere quale sia la vera identità dei “Contrari” laddove afferma: “Avete osservato che la verità appare in questo mondo con due facce. Una è triste di dolore, e l’altra ride, ma è la stessa faccia. Quando la gente è già disperata, forse la faccia ridente è meglio per loro; e quando si sentono troppo bene e troppo sicuri di essere protetti, forse è meglio allora che vedano la faccia piangente.” Il “Contrario” si presenterà allora come colui il quale cammina all'indietro, dice “sì” quando dovrebbe dire “no”, rabbrividisce d’estate e gira nudo d’inverno; oppure come colui che all'interno di una sacra cerimonia sarà l’unico a muoversi fuori tempo, a dare la schiena mentre tutti i suoi compagni offriranno il volto a chi li guarda, a cantare allorché ognuno tacerà, a ridere sguaiatamente nel corso di un evento luttuoso, o a piangere disperatamente nel bel mezzo di una festa. Nel ricevere la visione inviatagli dagli Wakinyan il futuro Contrario si sottopone ad una cerimonia di iniziazione conscio del fatto che dovrà accettare ritualmente la sua morte simbolica appannaggio di una nuova nascita. In seguito all'accettazione del suo nuovo ruolo l’Heyoka entra a far parte di una “Confraternita” all'interno della quale apprenderà i comportamenti, le tecniche e le tradizioni sacre. l’Heyoka cessa di vivere per sé stesso e comincia a farlo come specchio per gli altri: il suo comportamento da contrario porta, chi lo osserva, a riflettere con un più corretto metro di giudizio riguardo ai comportamenti, gli usi e i costumi del proprio prossimo. Alla luce di questo articolo, spero che guardandovi intorno possiate ringraziare i "contrari", quelli che a volte definiamo "senza senso". Enzo Braschi.


Ho conosciuto molti Heyoka, non per forza in un contesto spirituale, ma spesso all’interno di un ambito familiare e/o lavorativo. Sono quei personaggi chiamati a spezzare delle catene i cui anelli sono stati forgiati generazione dopo generazione, abitudine dopo abitudine. L’Heyoka esce e vive, suo malgrado, fuori dalla zona di confort. Non tutti ovviamente sono Heyoka, ma tutti possiamo trarre ispirazione da loro, lasciando aperti i propri orizzonti, permettendoci di dire e pensare “perché no?”, smettendo di cercare e professare “la verità”, ma solo “una delle possibilità”.



Attenzione ai prossimi appuntamenti in presenza!!!!


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Aloha

1 Comment

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Guest
Nov 09, 2023
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Molto interessante!!! Grazie

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