Buon giorno viaggiatori, oggi faremo la conoscenza di una parola poco usata e conosciuta nella pratica sciamanica, ma molto importante: l’intasi sciamanica. Nell’universo sciamanico è comune la parola “estasi” che accompagna l’esperienza del viaggio sciamanico. non a caso tra i libri più dotti in materia di sciamanesimo (dal punto di vista antropologico), vi è quello di Mircea Eliade “Lo sciamanesimo e le tecniche dell’estasi”, dove per estasi si intende “uno stato di evasione dal corpo e dalla condizione fisica”, ovvero il viaggio sciamanico. Poco si parla di “intasi”, ovvero “l’atto di rientrare in sé”. Quindi si può affermare che l’intasi è, al contrario dell’estasi, quel momento in cui lo sciamano o il praticante si immerge nel profondo di sé stesso per raggiungere la conoscenza. L’intasi, infatti, permette di comprendere sé stessi in comunione con la propria Anima, con le proprie emozioni, il proprio sentire, ma anche, ovviamente, le proprie paure, le proprie debolezze, il proprio coraggio e la propria forza. Ascoltando sé stessi si amplifica la percezione delle energie in cui si è quotidianamente immersi. Va da sé che l’ascolto durante le intasi, permette un maggiore ascolto e comprensione durante l’estasi. È come respirare, là dove l’intasi è l’inspirazione e l’estasi l’espirazione. Così i propri campi energetici si arricchiscono, si ampliano e l’esperienza del viaggio sciamanico diventa un tutt’uno tra Mondo Ordinario e Mondo non Ordinario. L’intasi è quando ci si trova nel proprio Luogo di Potere, ma non solo con il viaggio sciamanico, ma anche durante la meditazione profonda, un auto trattamento Reiki o tutte quelle pratiche che aprono l’ascolto e la conoscenza intima di sé stessi. Ogni viaggio sciamanico parte dal proprio Luogo di Potere proprio perché ogni viaggio parte da sé stessi, quindi non può esserci l’estasi, senza l’intasi e viceversa.
Per gli appuntamenti sciamanici in presenza, vi rimando alla pagina del sito
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